Una “Domenica Azzurra” a Euroindoor: Iapichino e staffetta d’argento!
Azzurri da urlo agli Europei indoor di Istanbul, con altre due magnifiche medaglie d’argento per un bottino finale di sei volte sul podio: due ori e quattro argenti. L’Italia festeggia la vittoria nella classifica a punti, in base ai piazzamenti tra i primi otto grazie a un totale di 20 finalisti, a quota 84 davanti a Gran Bretagna (72,5) e Olanda (69) per la prima volta nella storia. Un risultato senza precedenti nelle 37 edizioni dell’evento, mentre nel medagliere gli azzurri chiudono in quarta posizione. Nel lungo Larissa Iapichino all’ultimo salto decolla al favoloso primato italiano al coperto di 6,97 in una sfida meravigliosa, dopo aver già eguagliato il record di 6,91 che deteneva in comproprietà con la mamma Fiona May, a soli tre centimetri dal 7,00 della britannica Jazmin Sawyers e davanti alla campionessa iridata indoor, la serba Ivana Vuleta (6,91) al termine di una serie emozionante di sorpassi. Una gara pazzesca in cui la fiorentina allenata dal papà-coach Gianni Iapichino, con la sua prima medaglia a livello assoluto dopo il titolo europeo under 20 del 2019, esprime tutto il suo talento a ventuno anni ancora da compiere, lottando ad armi pari con le big della specialità e relegando fuori dal podio la tedesca campionessa olimpica Malaika Mihambo, quarta con 6,83. Argento per la staffetta 4×400 femminile con Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Anna Polinari ed Eleonora Marchiando, in 3:28.61 per migliorare di quasi due secondi il record italiano (stabilito due anni fa con 3:30.32 da Rebecca Borga, Alice Mangione, Eleonora Marchiando, Eloisa Coiro) dietro soltanto all’imprendibile Olanda (3:25.66) e davanti alla Polonia (3:29.31).
È un’Italia arrembante con la freschezza dei giovani come Lorenzo Simonelli, a un soffio dal podio nei 60 ostacoli. Quarto al traguardo in 7.59 ad appena cinque millesimi di secondo dal bronzo, il ventenne romano toglie sette centesimi alla sua migliore prestazione italiana under 23 e diventa il terzo azzurro di sempre ma si fa valere Paolo Dal Molin, quinto in 7.52 dopo il bronzo di due anni fa. Tanti i piazzamenti tra i primi otto nell’ultima giornata: sesto nell’asta Claudio Stecchi con 5,70, nell’alto sesto Christian Falocchi (2,19) e ottavo Marco Fassinotti (2,15), negli 800 metri settima Eloisa Coiro (2:02.80), al maschile settimo Catalin Tecuceanu (1:48.54) e ottavo Simone Barontini (1:48.63). Tutti fondamentali per il primo posto nella classifica a punti, che premia la compattezza e la profondità della squadra.
LUNGO SHOW – La classe e il carattere della campionessa, in una serata da brividi. È sul podio Larissa Iapichino, argento nel lungo agli Euroindoor con la sua miglior gara di sempre. Si migliora fino alla fine per atterrare dove non era mai arrivata prima, alle soglie dei sette metri. Caricata da ogni botta e risposta con le avversarie, trova sempre qualcosa in più a ogni salto in un match palpitante con le top player d’Europa, ricco di capovolgimenti di fronte. L’azzurra comincia da un convincente 6,64 e poco dopo incrementa a 6,74 per balzare al secondo posto provvisorio, dietro al 6,79 della serba Ivana Vuleta-Spanovic. Al terzo salto aggiunge ancora qualche centimetro la toscana delle Fiamme Gialle con 6,77 mostrando il temperamento di chi non si accontenta: è già la sua terza misura in carriera (meglio solo il 6,91 due anni fa ad Ancona per il record mondiale under 20 indoor e il 6,80 nel 2020 a Savona all’aperto). Poi va al comando la tedesca Mihambo, con 6,83 al quarto salto, mentre Larissa fa 6,75 e ha il bronzo virtuale al collo. Intanto si avvicina pericolosamente Jazmin Sawyers con 6,76 ed è solo un’avvisaglia perché la britannica sbarca a 7,00 per la prima volta in carriera al quinto turno, scalzando la bandiera tricolore dal podio momentaneo. Tutto finito? Certo che no. È qui che l’azzurra dà il meglio di sé, con tempra agonistica e padronanza del gesto tecnico. La replica è immediata: 6,91 per riprendersi il secondo posto eguagliando il record personale e il primato italiano indoor che da due anni condivide con la mamma Fiona May, due volte campionessa mondiale e due volte argento olimpico. In una battaglia senza esclusione di colpi, risponde subito Vuleta con un altro 6,91 che la riporta in seconda posizione per la seconda miglior misura e quindi Larissa torna a essere terza in classifica. Manca un salto, quello dell’ultimo acuto, del nuovo miglioramento fino al superlativo 6,97 della medaglia d’argento. Il culmine di una serie eccellente, che impressiona per la sua solidità e merita di essere ripercorsa: 6,64-6,74-6,77-6,75-6,91-6,97. È grande Larissa tra le grandi.
LARISSA: “ASSURDO!” – “Felicissima!”, esclama raggiante Larissa Iapichino. “All’ultimo salto ho avuto una scarica di adrenalina, è esploso qualcosa in me e ho detto: ‘dai, ora si salta’… e ho saltato! Fino all’ultimo con il fiato sospeso, in una gara super tirata con avversarie fantastiche. Assurdo! Cosa c’è dietro questo risultato? Ho lavorato sulla velocità e mi sono stabilizzata su una rincorsa che ho costruito a partire dall’anno scorso. C’è bisogno di tempo, come in tutte le cose. Questa dell’atletica italiana è una squadra fantastica, giovane e forte, è bellissimo farne parte. Sono fiera di me e di mio papà che mi allena, per continuare a divertirci con l’atletica”.
4×400 – Eccezionali le azzurre nella staffetta femminile. Vola all’argento la 4×400 dell’Italia, con una prova maiuscola di Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Anna Polinari ed Eleonora Marchiando. C’è la forza del collettivo in questa medaglia voluta e conquistata, che vale anche un super miglioramento del record italiano, abbattuto di quasi due secondi. Scatta dai blocchi Alice Mangione, semifinalista a Istanbul nella gara individuale. Quando è il momento di andare alla corda la campionessa tricolore all’aperto si trova al quarto posto, rallenta e poi frena per una serie di contatti con l’Irlanda ma poi la siciliana guadagna una posizione. In seconda frazione lotta Ayomide Folorunso, la primatista italiana dei 400 ostacoli, per difendere la terza piazza con grinta. Si scatena in pista l’emiliana, che quest’anno ha vinto il titolo tricolore ma poi in base al ranking internazionale non ha potuto gareggiare nei 400 agli Euroindoor. Poi tocca ad Anna Polinari e la veronese non solo aumenta il margine sulle inseguitrici, ma si affianca alla Polonia e la supera in rettilineo prima del cambio. A completare l’opera Eleonora Marchiando che cerca di contenere il rientro della squadra polacca e ci riesce, anzi la valdostana guadagna ulteriore vantaggio. Esplode la gioia del quartetto azzurro per una medaglia corale, per un’impresa di squadra. Ancora più grande se si considera che l’ammissione alla finale diretta era arrivata un paio di settimane fa, solo dopo un sorteggio con la Francia per assegnare il sesto e ultimo posto disponibile. Questi i parziali: Mangione 52.62, Folorunso 51.69, Polinari 52.07, Marchiando 52.23.È il secondo argento nella 4×400 agli Euroindoor dopo quello del 2000, oltre ai due bronzi delle edizioni 2002 e 2019.
I NUMERI – In testa al medagliere la Norvegia (4 ori e 1 argento) davanti a Olanda (3 ori, 3 argenti, 1 bronzo) e Gran Bretagna (3-1-2) con l’Italia quarta (2 ori e 4 argenti). Nella classifica a punti per l’Italia, oltre allo storico primo posto, anche il secondo risultato di sempre come numero di finalisti (20 superando i 19 di Milano 1982 e dietro soltanto ai 26 di Genova 1992) e come numero di punti (84 eguagliando il 1982 e anche qui alle spalle dei 98 del 1992).
ALTO – Nella finale dell’alto, sesto il bresciano Christian Falocchi con 2,19 al terzo tentativo prima di tre errori a 2,23. Un paio di gradini più indietro Marco Fassinotti, ottavo e non al meglio della condizione per la febbre degli ultimi giorni, che deve ricorrere alla terza prova per aver ragione della quota di 2,15 e poi sbaglia tre volte a 2,19. Si migliora due volte l’olandese Douwe Amels per l’oro a 2,31 scavalcando il 2,29 d’argento dell’ucraino Andriy Protsenko e stessa misura per il bronzo del belga Thomas Carmoy.
800 – In una gara concitata, come spesso avviene nelle indoor, settimo e ottavo posto negli 800 per Catalin Tecuceanu (1:48.54) e Simone Barontini (1:48.63). Si sgomita nel secondo giro, con diversi spintoni, e gli azzurri viaggiano in coda al gruppo. A trecento metri dall’arrivo Tecuceanu si tocca con lo spagnolo Adrian Ben che lancia in quel momento la sua risalita e poi va a vincere in 1:47.34 al fotofinish sul francese Benjamin Robert, terzo il belga Eliott Crestan. Meno tattica la finale femminile, dove fa tutto la britannica Keely Hodgkinson per il bis del titolo in 1:58.66. Dietro c’è solo correre il più forte possibile e la 22enne romana Eloisa Coiro arriva settima con 2:02.80, non troppo lontana dal personale. Sul podio anche la slovena Anita Horvat (2:00.54) e la francese Agnès Raharolahy (2:00.85).
Comunicato Ufficiale FIDAL