ROMA. Convegno “Campioni senza trucco. Diamo un calcio al Bullismo con la Salute in prima linea”
Venerdì 8 giugno 2018, presso la suggestiva cornice del Circolo Ufficiali dell’Esercito, la Sezione ANAOAI di Roma, in collaborazione con la Onlus Ideando, ha organizzato un convegno sulla Medicina dello Sport e sul fenomeno del bullismo, intitolato “Campioni senza trucco. Diamo un calcio al Bullismo con la Salute in prima linea”. All’evento, moderato dal Prof. Gennaro Colangelo (docente dell’Università LUMSA di Roma), sono intervenuti il Prof. Ernesto Alicicco (storico medico sportivo dell’AS Roma), il Prof. Giuseppe Capua (Responsabile UOSD Medicina dello Sport presso l’Ospedale San Camillo di Roma, a lungo Presidente della Commissione Antidoping della FIGC), il Prof. Aldo Grauso (Psicologo dello Sport, docente dell’Università Niccolò Cusano di Roma e membro dell’equipe medica delle Nazionali FIGC e LND e della Lega di Serie B) e la Dott.ssa Valeria Zanna (Psichiatra dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma). “Con molto dispiacere noto che in alcuni sport, su tutti il calcio, sta dilagando il fenomeno del bullismo”. Questo il grido d’allarme lanciato dal Prof. Ernesto Alicicco, che ha aggiunto: “La medicina sportiva è rimasta oggi l’unica branca in grado di fare prevenzione. Il medico sportivo non è soltanto colui che cura o previene un trauma ma è anche e soprattutto colui che insegna ai giovani le strade giuste per raggiungere il successo: alimentazione, riposo ed allenamento”. Anche il Prof. Giuseppe Capua ha insistito sulla necessità di educare le nuove generazioni a non cercare scorciatoie pericolose: “Il doping non è altro che un fenomeno di bullismo dove chi si dopa non ha alcun rispetto delle regole, della tutela della propria salute e nei confronti del prossimo. L’unica via per contrastare doping e bullismo è quella di sensibilizzare i giovani che sono ancora puri sui rischi dettati dall’uso di sostanze dopanti e sull’etica dello sport”. “Ad oggi abbiamo approvato soltanto la legge n.71/2017 contro il cyberbullismo ma ancora non esiste in Italia una normativa sul bullismo vero e proprio” ha rimarcato, invece, il Prof. Aldo Grauso, prima di passare a tracciare il profilo del ‘bullo’ (“Un soggetto aggressivo, poco empatico, incapace di relazioni positive, spesso di sesso maschile”). Grauso ha inoltre collegato il tema del bullismo all’incertezza identitaria dei giovani di oggi, citando anche la sua collaborazione nel progetto europeo Erasmus Plus Briswa sulla prevenzione del razzismo nello sport. Sulla stessa lunghezza d’onda la Dott.ssa Valeria Zanna, che ha messo in evidenza come il bullismo colpisca soprattutto “gli adolescenti già a loro volta sofferenti a causa di disturbi alimentari o legati alla percezione della propria immagine corporea”. Conclusioni finali affidate al Presidente della Sezione ANAOAI di Roma, Giovanni Grauso, che ha ripercorso le tappe più avvincenti della sua esperienza a servizio della Procura Federale della FIGC (in primis, il processo “Calciopoli”) e da Procuratore Capo della Federciclismo, nella cui veste ha mandato sotto processo 57 medici sportivi (tutti condannati) per aver falsificato i certificati medici o per mancato aggiornamento delle cartelle cliniche degli atleti.