
Vincere la pace, la sfida del Giubileo dello sport
“Una delle tante caratteristiche dello sport è quella di essere una scuola rilevante per alcuni valori che non vengono insegnati nei classici progetti educativi” e che invece “sono particolarmente rilevanti di fronte ai rischi della società contemporanea”. Sono parole del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione competente in tema di sport, che ha parlato all’apertura del convegno all’apertura del convegno «Lo slancio della speranza: storie oltre il podio», tenutosi questa mattina, 14 giugno, al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum nell’ambito del Giubileo dello sport, che si svolge oggi e domani.
Il porporato ha citato la costituzione pastorale del Concilio Vaticano II Gaudium et spes, per ricordare come “lo sport possa essere al servizio della fede e la fede a servizio dello sport” in una “collaborazione profonda”. In particolare ha chiarito che “lo sport serve all’evangelizzazione ma il Vangelo assicura allo sport orizzonti di senso”. Del convegno il cardinale de Mendonçaha detto che è stato voluto come “una riflessione poliedrica” e concepito come “un laboratorio di speranza e di dialogo” con “chi vive lo sport e dunque pratica certi valori in modo molto naturale e non teorico”. Si è poi richiamto al concetto di squadra citato da Papa Leone XIV nel suo incontro a fine maggio con la squadra di Napoli vincitrice del campionato italiano di calcio: “Non si vice da soli”, ma un team permette una vittoria personale e collettiva. E questa consapevolezza – ha sottolineato – offre gli anticorpi nei confronti di una cultura dell’esclusione. Nelle parole del prefetto vaticano, “ascolto e condivisione” acquistano il significato forte di “un segno necessario di speranza” nel drammatico contesto di conflitti. Da qui la sfida di “fare dello sport uno spazio di inclusione, tolleranza e fraternità”.
Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), ha messo in luce “le connessioni tra sport e fede che emergono in particolare quando si vive la solidarietà”. ha parlato di “grandi valori umani di civiltà” richiamando l’attenzione sulla straordinaria avventura dei Giochi Olimpici mondiali di era moderna, che a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso hanno portato in primo piano nel mondo “il valore della pace, la capacità di stare insieme imparando il rispetto per l’altro”. Si è soffermato sulla “bellezza di imparare la coesistenza nelle diversità, di scoprire di essere comunità nell’essere squadra”. E ha messo l’accento sul “bisogno di solidarietà”, senza il quale – ha ribadito – non c’è pace”. E’ proprio questo bisogno di solidarietà – ha aggiunto – quello che più condividono lo sport e la fede. Lo sport può insegnare che “attraverso la solidarietà si diventa più forti”. Il presidente Bach ha ricordato quanto Papa Francesco si sia speso per la solidarietà nei confronti dei più poveri e fragili, in particolare per profughi e rifugiati nel mondo, per poi fare cenno alla Squadra Olimpica dei Rifugiati, voluta dal Cio. “La squadra, che ha partecipato alle Olimpiadi per la terza volta a Parigi 2024, rappresenta un messaggio di speranza per oltre 100 milioni di persone sfollate nel mondo”. E’ stato un modo – ha confidato Bach – con cui “lo sport mondiale ha cercato di offrire speranza”. La convinzione è proprio quella di tenere insieme intorno a certi valori tutte le persone, perché “siamo tutti uguali e ciascuno appartiene alla stessa famiglia umana”. E con questa convinzione, il presidente del Cio ha auspicato che “il movimento olimpico conservi un legame forte con Papa Leone XIV nella promozione della solidarietà e della speranza”.
Storie di vita oltre le competizioni
Dal mondo dello sport hanno aderito: Valentina Vezzali, campionessa di Scherma, che ha partecipato all’udienza del Papa ma ha dovuto lasciare la sala prima per un impegno concomitante; Amelio Castro Grueso, campione per la scherma paralimpica; Sérgio Conceição, per il calcio. In tutti gli interventi è emersa fortissima la gioia e l’emozione di vivere il momento straordinario del Giubileo dello sport e di raccontare la fatica e la gioia di nutrirsi di speranza. In modo particolare hanno colpito le parole dell’atleta del Botswana, oro olimpico nei 200 metri a Parigi, eletto atleta simbolo del 2024. Letsile Tebogo, 21 anni, parla di un anno straordinario: oggi l’udienza con Papa Leone XIV, dopo l’incontro con Papa Francesco ad agosto scorso. Il cuore di questo ragazzo sembra stampato in quelle iniziali disegnate sulle sue scarpe: sono della madre morta di tumore giovanissima. Una scomparsa che ha ispirato all’atleta il desiderio di essere campione di bene impegnandosi per le donne malate nel suo Paese che – dice – “molte persone avranno cercato sulla mappa dopo l’oro olimpico”, confermando che “anche avere l’attenzione del mondo per un territorio ignorato è una grande vittoria”.
Al convegno, per il Dicastero competente in tema di sport che ha curato l’organizzazione con il Dicastero per l’Evangelizzazione, sono stati presenti, oltre al prefetto Tolentino de Mendonça, nella loro veste di segretari il vescovo monsignor Paul Desmond Tighe, e l’arcivescovo monsignor Carlo Maria Polvani. Presente anche il vescovo di Digne, monsignor Emmanuel Gobilliard, che è stato delegato della Conferenza episcopale francese per i Giochi 2024.
Due i momenti di dibattito, con la moderazione di Novella Calligaris di Rainews24 e di Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, dedicati alla presenza della Chiesa in ambito sportivo ed educativo. E non poteva mancare un certo spirito competitivo: sono stati premiati dal fotografo sportivo Giovanni Zenoni i giovani vincitori del Concorso fotografico internazionale Sport in Motion. Sono intervenuti tra gli altri i rispettivi presidenti di varie realtà: Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana; Litus Ballbe Sala, della Pastorale dello Sport; Paola Virginia Gigliotti, dell’Associazione Sentieri Frassati, e Francesca Scibetta, referente italiano delle Polisportive giovanili Salesiane, che abbiamo intervistato.
FONTE VATICAN NEWS