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Europeo ROMA2024: la serata finale all’Olimpico è un trionfo Azzurro

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Europeo ROMA2024: la serata finale all’Olimpico è un trionfo Azzurro

Agli Europei di Roma si chiude con il trionfo della 4×100 di Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu in 37.82, padroni della finale con un abissale vantaggio su Olanda (38.46) e Germania (38.52), il maggior distacco di sempre nella rassegna continentale. Dopo l’oro olimpico di tre anni fa e l’argento mondiale della scorsa stagione, è il primo titolo europeo della storia per il quartetto veloce degli azzurri. Conquista l’argento Larissa Iapichino all’ultimo salto di una sfida appassionante nel lungo con 6,94 (+0.1) a un solo centimetro dal record personale e a tre dal suo primato indoor. Straordinaria prova di carattere della ventunenne fiorentina, ancora sul podio dopo l’argento dell’anno scorso agli Europei indoor, con una serie in crescendo e di grande spessore: 6,82-6,84-N-6,86-6,90-6,94. Nella gara vinta dalla formidabile tedesca Malaika Mihambo a 7,22 (+1.4), migliore prestazione mondiale dell’anno, l’azzurra sorpassa nel turno conclusivo la portoghese Agate de Sousa, bronzo con 6,91, e la tedesca Mikaelle Assani, quarta con la stessa misura. Argento per la staffetta 4×400 maschile con Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli, Edoardo Scotti in 3:00.81 alle spalle del Belgio (2:59.84) e resistendo al rientro Germania (3:00.82) che viene preceduta al fotofinish. Esaltante la gara degli azzurri, dal neoprimatista italiano Sito alla seconda frazione di Aceti che passa al comando, da Meli che sostituisce Alessandro Sibilio costretto al forfait per crampi in riscaldamento fino a Scotti, autore di un clamoroso parziale di 44.46 lanciato. Splendido bronzo di Pietro Arese nei 1500 metri, guadagnato con una palpitante volata in 3:33.34 dal torinese dopo il quarto posto di due anni fa, mentre si conferma il fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:31.95). È quarta con il nuovo record italiano la 4×400 donne di Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione in 3:23.40, quasi mezzo secondo in meno rispetto al 3:23.86 dell’anno scorso in batteria ai Mondiali di Budapest.

Per la seconda serata consecutiva, in tribuna d’onore c’è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affiancato dal presidente FIDAL Stefano Mei e dal presidente del CONI Giovanni Malagò, insieme al Presidente del Senato Ignazio La Russa e ai Ministri Andrea Abodi (sport e giovani), Giancarlo Giorgetti (economia e finanze), Daniela Santanché (turismo) e Luca Ciriani (rapporti con il Parlamento).

(in aggiornamento)

4×400 uomini (finale) – La 4×400 maschile azzurra torna sul podio europeo tra i ‘grandi’ oltre mezzo secolo dopo l’ultima volta (bronzo a Helsinki 1971). Il quartetto composto da Luca Sito (Cus Pro Patria Milano), Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), Riccardo Meli (Fiamme Gialle) e Edoardo Scotti (Carabinieri) è più forte anche della sfortuna e dei crampi in riscaldamento che mettono fuori gioco per stasera l’argento dei 400 ostacoli Alessandro Sibilio. In avvio il milanese Sito stavolta non fa segnare un “44” ma il suo è ancora un ‘lancio’ di gran qualità con 45.13, secondo solo al belga Jonathan Sacoor (45.00). Poi il brianzolo Aceti impone di forza la legge azzurra nel secondo giro prendendo il comando con 45.35 lanciato davanti al Belgio. È una frazione-chiave perché il siciliano Meli parte con grande fiducia e con un giro tenace da 45.87 di ‘split’ cede solo una posizione ai belgi e a Dylan Borlée. Tocca quindi al campione europeo individuale Alexander Doom (Belgio) e tocca a Edoardo Scotti, che nella prima curva va a stringere subito alla corda per prendere la seconda piazza e poi inscena un testa a testa palpitante con il tedesco Emil Agyekum. Il Belgio è oro in 2:59.84 (Doom fa 43.88 lanciato) e il lodigiano Scotti, con un gran 44.46 lanciato, precede in tuffo sul traguardo la Germania di un solo centesimo: 3:00.81, quarto crono italiano all time, contro il 3:00.82 dei tedeschi. Gli azzurri eguagliano il miglior risultato di sempre nella specialità agli Europei, l’argento di Bruxelles 1950.

È grande la felicità per i quattro frazionisti azzurri d’argento. Sito: “Prendere un’altra medaglia (dopo l’argento della 4×400 mista, conquistato anche da Scotti, ndr) è un’emozione fortissima, pur senza Sibilio abbiamo tirato fuori una prestazione forse anche oltre le nostre possibilità. Io non potevo essere più contento di quest’Europeo”. Aceti: “Le gambe stanno benissimo, peccato non ci sia una gara anche domani. Ho gestito la frazione come avevamo ipotizzato alla vigilia. È un argento che vale oro, siamo una squadra super”. Un commosso Meli: “Ho saputo di correre dieci minuti prima di entrare in call room, avevo paura di rovinare la gara a questi ragazzi, Vladimir in testa mi ha dato tanta fiducia”. Scotti: “Sono contentissimo, ammetto di aver visto in Riccardo un po’ di preoccupazione, ho cercato di caricarlo di gioia, è sempre bello correre con questi compagni. Quando indosso la maglia azzurra e abbraccio questi colori non c’è alibi che tenga. È un Europeo fantastico, non potevamo essere da meno”.

4×400 donne (finale) – Un quarto posto di peso specifico notevolissimo per le azzurre perché accompagnato dal nuovo record italiano timbrato da Ilaria Accame (Libertas Unicusano Livorno), Giancarla Trevisan (Bracco), Anna Polinari (Carabinieri) e Alice Mangione (Esercito) e abbassato a 3:23.40, quarantasei centesimi meglio del quartetto Mangione-Folorunso-Bonora-Trevisan nella batteria dei Mondiali di Budapest. La ligure Accame in prima frazione replica l’ottima prova del round eliminatorio con una frazione da ferma da 51.94 e cambia per quinta (in testa l’Olanda di Lieke Klaver) e aziona una Trevisan in versione extra lusso che fa 50.49 lanciato ed è vicina alla testa della corsa con Rhasidat Adeleke, argento individuale e leader dell’Irlanda. In terza frazione Lisanne De Witte riporta l’Olanda al comando davanti a Irlanda e Belgio, con l’Italia che cambia per quarta con un terzo giro da 51.23 della veronese Polinari. Nell’ultimo giro le arancioni hanno Femke Bol. Gara chiusa? Mica tanto, perché Bol compie una frazione molto conservativa e si limita a spingere sull’ultimo rettilineo, finendo per ricompattare il gruppo alle sue spalle con sei squadre a giocarsi le tre medaglie. L’Olanda porta comunque a casa l’oro in 3:22.39, l’Irlanda è argento con il record nazionale in 3:22.71, il Belgio chiude in terza posizione in 3:22.95 e uno straordinario 49.74 lanciato della siciliana Mangione porta l’Italia al quarto posto davanti alla Francia e alla Polonia della campionessa europea individuale Natalia Kaczmarek. Meglio, agli Europei nella 4×400 femminile, l’Italia aveva fatto solo a Barcellona 2010 e Amsterdam 2016 con il bronzo.

La felicità dopo il traguardo non viene divisa, bensì moltiplicata per quattro. Accame: “Siamo molto felici di questo risultato, abbiamo lavorato tanto per correre questo crono”. Trevisan: “Bellissimo fare il record in questo stadio”. Polinari: “È la ciliegina su questo Europeo: c’era il mio nome nel primato italiano assoluto indoor, ora compare anche in quello all’aperto e sono davvero contenta”. Mangione: “Ho dato il mio contributo alla squadra, ma il record si può ancora migliorare”.

10.000 uomini (serie) – Si gareggia a serie e gli azzurri sono tutti nella serie B, che è anche la prima a partire. È una gara che va avanti a brevi strappi, con un gruppo di testa che comprende a lungo tutti e tre gli azzurri, l’argento europeo under 23 Francesco Guerra (Carabinieri), Ahmed Ouhda (Cs Esercito) e Luca Ursano (Atl. Vomano): passaggio ai 5000 da 14:15.49. Davanti resta a lungo Eduardo Menacho, spagnolo campione d’Europa U23 tre anni fa, ma a beffarlo nel finale è il connazionale Jesus Ramos, primo in 28:24.93 davanti a Menacho, autore del crono di 28:25.62. Guerra fa 28:31.15, Ouhda 28:33.50 e Ursano 28:47.63, i primi due nei paraggi del personale. Nel dopogara Guerra spiega: “Era la prima esperienza tra i grandi, partivo con la volontà di fare il massimo”. “Esperienza unica – racconta Ouhda – ho cercato di migliorare il mio primato, ci sono andato vicino”. Ursano ringrazia gli azzurri: “Grazie alla Nazionale che ha creduto in me, si impara tantissimo in queste manifestazioni”. La serie A è decisamente più tattica: si passa in 14:30.41 a metà gara. Lo svedese Andreas Almgren lancia la progressione lunga all’inizio dell’ultimo giro, ma il finale premia Dominic Lobalu, da poco svizzero dopo essere arrivato nella confederazione elvetica da rifugiato nel 2019 (è originario del Sud Sudan): 28:00.32 il tempo per l’oro, 28:00.48 il crono di Yann Schrub (Francia) argento, il bronzo va in Spagna con Thierry Ndikumwenayo (28:00.96) a beffare Almgren (28:01.16). I piazzamenti finali azzurri: Guerra è 23esimo, Ouhda 24esimo, Ursano 30esimo.

Comunicato ufficiale FIDAL

FOTO FIDAL GRANA

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