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Sport, politica e Governo. L’approfondimento del Consigliere Nazionale Franco Del Campo

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Sport, politica e Governo. L’approfondimento del Consigliere Nazionale Franco Del Campo

Impensabile. Fino a ieri sembrava impensabile e invece sta succedendo. L’autonomia dello Sport dalla politica è stato un principio fondante del sistema sportivo nell’Italia repubblicana. Adesso, senza preavviso, il governo di Giorgia Meloni, tramite il suo ministro allo Sport, Claudio Abodi, ha varato una norma che prevede la nascita di una agenzia governativa di vigilanza e controllo economico sulle società professionistiche, quindi rivolta in particolare al calcio, di serie A e B, e anche al basket. Si tratta di una mossa astuta e -a suo modo- blasfema per la storia del nostro Sport. Astuta perché parte da un problema reale: l’indebitamento e le spese pazze delle società di calcio, specie di serie A, affollate di debiti, che ormai solo arabi e cinesi possono sostenere. Secondo il Report 2023 della Figc, infatti, il livello complessivo dei debiti, per la sola Serie A al termine della stagione 2021-22, superava i 4,9 miliardi di euro. Blasfema perché il calcio -nonostante tutto- è parte integrante del sistema sportivo nazionale, che -dal secondo dopoguerra in poi- rifiuta orgogliosamente qualsiasi intromissione della politica nello Sport. Nella realtà, poi, le cose non sono così limpide. Il calcio ha sempre avuto un rapporto ibrido, se non incestuoso con la politica. Esempio clamoroso è stato Achille Lauro, presidente del Napoli e poi sindaco della città negli anni Cinquanta, campione inarrivabile del “voto di scambio”, con una scarpa data prima delle elezioni e l’altra dopo esser stato eletto (prima nella destra monarchica e poi neofascista di Giorgio Almirante), per arrivare a Claudio Lotito, attuale presidente della Lazio e parlamentare di Forza Italia. Ma il mondo dello Sport -in generale- è un’altra cosa. Ecco perché Giovanni Malagò, presidente del Coni, sembra furibondo, sorpreso e diplomaticamente trattenuto dopo aver appreso, dalla stampa, del nuovo progetto governativo. Se ci sono dei problemi -sembra essere la sua posizione- si affrontano con il confronto e il ragionamento e non con un atto d’imperio, non privo di errori. Come se non bastasse, oltre a calcio e basket e in generale il professionismo sportivo, c’è una proposta di legge, da parte del ministro Mulè, che vorrebbe nominare due esponenti dell’esercito nella Giunta del Coni. Una proposta che va contro tutte le regole dello Sport e degli organismi sportivi internazionali, a partire dal Cio, che prevedono solo membri eletti e non nominati dall’esterno. Proposta che, se approvata, metterebbe il Coni fuori dal sistemo sportivo internazionale. Adesso vedremo come andrà a finire e se lo Sport riuscirà a mantenere la propria autonomia e restare fedele a se stesso. 

FRANCO DEL CAMPO

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