Sinner: Onore e Disciplina. La riflessione del nostro Consigliere Franco Del Campo
“Con Disciplina e Onore”, art. 54 della Costituzione. Chissà se Jannik Sinner sa di essere -a suo modo- una sintesi della Costituzione Italiana? Da un po’ di tempo mi piace “leggere” lo Sport con gli occhi, le parole e i valori della Costituzione, e allora proviamo a “giocare” insieme. Il giovane Jannik, appena 22 anni, ha ottenuto risultati eccezionali grazie a disciplina, impegno, fatica, come tutti gli atleti, di qualsiasi livello, perché lo Sport, come la Repubblica italiana, è fondato sul “lavoro” (art. 1).
L’ “Onore” è un concetto antico e complesso, troppe volte deformato nel suo significato, come avveniva per il “delitto d’onore”, che permetteva l’uccisione delle donne, con pochi rischi da parte dei maschi, che si appellavano a una concezione patriarcale e tribale, abolito in Italia solo nel 1981. L’ “onore” richiama gli antichi codici cavallereschi, che volevano “ingentilire” la brutalità della guerra, quando veniva fatta con spade e lance, che poi nello Sport è diventato “fair play”. Nella particolare formula del Master di Torino, Jannik Sinner avrebbe potuto eliminare Novak Djokovic, dopo averlo battuto una prima volta, semplicemente perdendo una partita. Invece ha fatto il suo dovere e poi è stato sconfitto in finale, proprio dal famelico Djokovic. Ha applicato, così, alla perfezione l’articolo 54 della Costituzione, che chiede di adempiere al proprio dovere “con disciplina e onore”. Non solo. Una volta sconfitto, ha sottolineato che così si impara e si apprendono aspetti nuovi su se stessi, come dovrebbe essere a scuola e come previsto dall’art. 34 della Costituzione.
Poco prima, al Master 1000 di Parigi-Bercy, quando ha detto “no” ad un programma “mostruoso” che lo faceva giocare a notte fonda e voleva farlo rigiocare a poche ore di distanza, affermando “Devo prendere la decisione giusta per la mia salute e il mio corpo”, si è appellato -senza saperlo- all’art. 32 della Costituzione, che tutela la salute dell’individuo e della collettività. E ancora, questo giovane Azzurro, che si chiama Jannik Sinner, nato in Alto Adige da una famiglia di lingua tedesca, con il suo accento che si sta via via addolcendo, incarna alla perfezione l’art. 6 della Costituzione, che tutela le minoranze linguistiche. Come se non bastasse, sulle maglie degli Azzurri che hanno conquistato clamorosamente la Coppa Davis 2023 a Malaga l’altro giorno, aveva all’altezza del cuore, un rettangolino con la bandiera italiana, consacrata nei suoi colori e proporzioni del verde, bianco e rosso, dall’art. 12 della Costituzione.
Infine, dopo i tanti ringraziamenti emerge l’abbraccio e la “solidarietà” (art. 2) con dedica a Tathiana Garbin, capitana della squadra femminile, sottoposta a un delicato intervento chirurgico. La Coppa Davis, che “trasforma -secondo il maestro Gianni Clarici- uno sport individuale come il tennis” in sport di squadra, ci ha mostrato un gruppo di giovani che sono diventati quasi una “famiglia”, un po’ allargata rispetto a quella tradizionale tutelata e prevista dalla Costituzione.
Jannik Sinner, nelle interviste e nell’esempio, dall’alto dei suoi 22 anni, è sembrato un vecchio saggio, capace di imparare da ogni esperienza, a partire dalle sconfitte, che teorizza l’importanza del sorriso quando si fa uno Sport bello, elegante ed ormai durissimo come il tennis.
Alla fine, Jannik e i giovani Azzurri della sua “famiglia” allargata, hanno vinto la Coppa Davis con il sorriso, disciplina, onore e il “fair play”, che è l’anima profonda dello Sport dentro la Costituzione.
FRANCO DEL CAMPO