Azzurri da favola: un sorriso che guarda al futuro. La riflessione di Franco Del Campo
Sorrisi azzurri che fanno paura. Sono i sorrisi della nazionale italiana di rugby dopo la loro storica vittoria contro i maestri dell’Australia, 28-27, allo stadio Franchi di Firenze. Appena finita la partita i loro sorrisi, su volti infangati e stravolti dalla stanchezza e dalla gioia, facevano paura, anche con quel paradenti tricolori, ma erano ben giustificati. Per anni gli Azzurri del Rugby, una volta entrati nella ristretta aristocrazia delle nazioni che disputano questa affascinante disciplina, hanno dovuto subire cocenti sconfitte. Ma alla fine sono arrivate le prime vittorie, come questa, forse la più preziosa, contro l’Australia, per un solo punto, per un calcio sbagliato all’ultimo secondo, che apre le porte ai prossimi Mondiali.Sorride con tutto il corpo Gianmarco Pozzecco, il “Pozz”, che ha portato anche lui ai mondiali 2023 il “suo” basket azzurro, vincendo con un solo punto, 85-84, sulla temibile Giorgia.Pochi sorrisi, invece, ai prossimi mondiali di calcio in Qatar, dove la nazionale italiana non ci sarà, ma ci saranno –e già ci sono- infinite polemiche. Innanzi tutto sull’assegnazione di una manifestazione del genere in una regione che ha condizioni climatiche avverse, con un caldo sfiancante, tanto che gli stadi saranno dotati tutti di aria condizionata, con un impatto ambientale difficilmente misurabile. Stadi, bellissimi sul piano architettonico, che –sostengono le organizzazioni umanitarie- sono stati costruiti con lo sfruttamento intensivo, si è parlato addirittura di “schiavismo”, della manodopera straniera. E poi, certamente non ultimo, c’è il caso della repressione dei diritti umani, da quelli delle donne alla comunità Lgbtqia+, sancita dalla dichiarazione di un ministro locale che considera l’omosessualità una “malattia da curare”. Se da una parte non sfugge la quantità di soldi che gli emiri hanno investito su questa manifestazione globale, dall’altra c’è davvero da chiedersi se lo Sport, che è fatto anche se non soprattutto di etica, debba chinare il capo a una concezione dei rapporti tra esseri umani che nega i suoi principi, anche nel ricchissimo calcio.
Franco Del Campo