
No Russi:Wimbledon 2022
Sport e Politica. Il legame incestuoso continua, ma la decisione del comitato organizzatore del torneo di Wimbledon, che ha ufficializzato l’esclusione dei tennisti russi e bielorussi dalla prossima edizione dei Championships, meriterebbe un “warning”.Rischia, anzi, di diventare un autogol, perché fa pagare a singoli atleti le scelte di un governo autocratico, che ha aggredito uno stato sovrano per la sua politica di potenza. All England Club ha comunicato la decisione, presa in accordo con il governo britannico, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, però è una scelta “ingiusta”, secondo l’Atp, l’associazione dei tennisti professionisti, che “può creare un precedente dannoso per il tennis”. Anche perché si tratta di una “discriminazione basata sulla nazionalità ed è una violazione dell’accordo con Wimbledon secondo cui l’ammissione dei giocatori si basa solo sulle classifiche”, scrive ancora l’Atp, presieduta dall’ex tennista azzurro Andrea Gaudenzi.Una decisione doppiamente ingiusta perché proprio due tennisti russi, Andrey Rublev e Daniil Medvedev, ai vertici del tennis mondiale, con certo coraggio si sono subito espressi contro la guerra, chiamandola proprio così, e non “operazione speciale” come imposto dalla censura dal governo russo.”No war please”. “No alla guerra per favore”, aveva scritto Andrey Rublev, numero 7 del mondo, sulla telecamera, nel consueto messaggio a favore di televisione al termine della semifinale vinta a Dubai. E poi aveva aggiunto: “Mi rendo conto che la mia partita non è importante. Quello che sta succedendo è terribile. Quello che conta è avere pace nel mondo, essere uniti e rispettare gli altri”.Quasi lo stesso ha detto Daniil Medvedev, che -nel giorno in cui è diventato ufficialmente numero 1 del ranking mondiale- ha lanciato un appello su Instagram contro la guerra. “Oggi voglio parlare a nome di ogni bambino del mondo. Tutti hanno sogni, la loro vita è appena iniziata: i primi amici, le prime grandi emozioni. Tutto ciò che sentono e vedono è la prima volta nella loro vita. Per questo – ha scritto il tennista russo – voglio chiedere la pace nel mondo, tra i paesi. I bambini nascono con una fiducia interiore nel mondo, credono in tutto: nelle persone, nell’amore, nella sicurezza e nella giustizia, nelle loro chance. Stiamo insieme e mostriamo loro che è vero: ogni bambino non dovrebbe smettere di sognare”.Forse sarebbe stato meglio premiare Medvedev e Rublev, per le loro parole, e invece la loro esclusione dai “gesti bianchi” di Wimbledon, ha dato maggior fiato alla propaganda governativa russa e ci ha privato delle piccole verità che forse avrebbero potuto dire al mondo. Succede quando lo sport si mette al seguito della politica. Ma è un peccato, per tutti.
Franco Del Campo