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Beijing2022: Filosofia “Pattinaggio Olimpico”

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Beijing2022: Filosofia “Pattinaggio Olimpico”

La Filosofia –diceva Aristotele- non “serve” perché è “priva di legami di servitù” e quindi “è il sapere più nobile”. Forse proprio per questo è servita a Davide Ghiotto, bronzo olimpico a Pechino nel pattinaggio su ghiaccio nei 10.000 metri in 12’45”98, ma laureato in Filosofia con 110/110 e appassionato di Schopenhauer e Nietzsche. Confesso che ho un’antica predilezione per chi fa sport frequentando anche la Filosofia, per chi se la porta con sé anche nella fatica dei lunghi allenamenti e nelle gare senza certezze. La Filosofia sa essere leggera perché libera il pensiero, anche quando affronta argomenti pesantissimi, come il suicidio, trattato nella tesi di laurea di Davide Ghiotto, probabilmente nella scia di Schopenhauer. Per Schopenhauer, certo, la vita è sofferenza, assillata dal dilemma della scelta, ma la sua soluzione è la “noluntas”, la rinuncia al volere, per rifugiarsi in una quiete che rassomiglia al nirvana. Davide Ghiotto, invece, dopo aver studiato i suoi filosofi preferiti, ha avuto il coraggio di scegliere la fatica, l’impegno, il dolore che senti nei muscoli e nell’anima quando fai sport. Davide Ghiotto, a suo modo, ha fatto una scelta filosofica perché ha scelto di essere libero, andando oltre il pessimo e il nihilismo dalla Filosofia dei suoi maestri. E adesso si gode il suo lungo attimo di felicità olimpica.

Franco Del Campo

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