I colori di Valentina Margaglio
Allo sport piacciono i colori. Basta guardare i cinque cerchi olimpici che sintetizzano l’arcobaleno dei continenti. Anche Valentina Margaglio è piena di colori e di identità, che ne moltiplicano l’energia e il coraggio.E’ nata a Casale Monferrato nel 1993, da padre piemontese e madre ivoriana, in una terra piena di storia e di identità, dai Celti ai romani, ai barbari, dall’età dei Comuni a quella dei Principi, come i Gonzaga, fino al Risorgimento, passando per francesi e spagnoli. Valentina Margaglio sembra “costruita”, dalla storia e dal Dna, per lo sport. Ha praticato quasi tutte le discipline olimpiche dell’atletica leggera, senza dimenticare judo e nuoto, ma ad un certo punto ha dato una svolta alla sua vita agonistica è si è gettata, a capofitto, nelle piste ghiacciate.
Ha iniziato dal bob, in qualità di frenatrice, nel 2011, per arrivare ai Giochi olimpici giovanili invernali di Innsbruck 2012, dove fu quinta nel bob a due in coppia con Mathilde Parodi, senza dimenticare le due gare in Coppa Europa, una nel 2011 e l’altra nel 2015. Ma a Valentina non bastava, voleva di più. Ecco allora un altro tuffo nella pista ghiacciata, a testa in giù, su un esile slittino, da governare tutta da sola. E’ lo skeleton , da non confondere con lo slittino, dove gli atleti si sdraiano sulla schiena con la testa dietro e i piedi in avanti.Valentina, su questo “scheletro” di slitta, trova la sua disciplina ideale. Passo dopo passo, medaglia dopo medaglia, nella stagione 2021-22 conquista il primo podio italiano di sempre nella Coppa del mondo di skeleton, con un terzo posto sulla pista austriaca di Igls.
Adesso Valentina, piemontese, italiana e orgogliosa della sua origine africana, è lanciata verso l’Olimpiade invernale di Pechino nel 2022, dove troverà tutti i suoi colori preferiti.
Franco Del Campo