TRIESTE. L’Atletica a Trieste – Inaugurazione Stadio Grezar
Era il 1968, la fine di giugno, e non volevo andarci, allo stadio, ai Campionati assoluti di atletica, neanche a salutare amiche e amici di tanti incontri. Avevo la testa e il cuore presi dall’imminente nascita di Paola. Altre priorità, un’altra vita, altre emozioni. Faceva male comunque uscire dalla gioventù, gioiosamente sportiva, lasciare il senso di libertà nel correre sull’erba e in pista, sfogare vitalità, aneliti, tendere a un qualche cosa di più, correndo, saltando, lanciando, all’aperto, in un meraviglioso catino-stadio accogliente, dove avevo imparato ad uscire dai complessi dell’adolescenza, dove avevo imparato regole e fatica, avevo scoperto sentimenti di amicizia, simpatia e amore, crescendo pian piano, dentro e fuori. Quindici anni di atletica, tanta nostalgia. Non si possono dimenticare gli allenatori, con l’addio sul molo a Ferluga partente per l’Australia, il mitico indimenticabile Cassano, i raduni collegiali a Merano, Chiavari, Formia, Schio, e gli allenamenti, anche ad ore impossibili d’estate, dalle 13 alle 16, in tuta di lana (marca Venjulia, di Missoni-Oberweger-Fabiani), le trasferte, se andava bene in pullman, sempre cantando, oppure in treno pienissimo, ricercando la rete portabagagli quale giaciglio in quel treno notturno di tutti gli sportivi che arrivava il lunedì mattina a Trieste. Ma lo spirito e i valori dello sport non ti lasciano, restano, a metterti ancora e sempre in gara con tè stesso e con gli altri. E nell’atletica il traguardo e la strada per raggiungerlo sono sempre chiari, bianco o nero, mai grigio, regole e misure precise, si cresce poco inclini al compromesso. E’ la formazione sportiva, ragazzi, non si scappa. Ed eccomi nel 2017, dopo 49 anni – un volo veloce di vita dentro le attività sportive, prima da atleta e poi da dirigente – a ritrovarmi nell’atletica leggera tornata finalmente bella e grande a Trieste, per i Campionati Assoluti in uno stadio finalmente restituito e tirato a lucido. Questa volta partecipo, ne sono coinvolta, collaboro, non ci dormo. Che emozione aprire la sfilata dell’inaugurazione, ritrovare il Grezar, camminare sull’erba, calcare la pista, tagliare il nastro assieme ad altre due donne importanti, la presidente della Regione e l’Assessore ai Lavori Pubblici, e portare il tricolore con gli Azzurri triestini vestiti di quella Maglia Azzurra che non si stacca dal cuore, in mezzo a tanta gioventù che sembrano ragazzi delle medie, e in fondo sono quello che eravamo noi……Bellissimo.
Ringrazio Iddio per questo splendido dono !
Marcella Skabar Bartoli